|
Specialista in Chirurgia Generale
chirurgia@carlofarina.it
  • ACALASIA ESOFAGEA

    L'Acalasia consiste nel mancato rilasciamento della parte distale dell' esofago al passaggio del cibo ingerito.
    Praticamente quando il cibo decorre lungo l' esofago, si ferma subito al di sopra dello stomaco perchè non si apre lo Sfintere esofageo inferiore (LES) una sorta di valvola presente tra esofago e stomaco.

    L’Acalasia rappresenta, insieme ai diverticoli Esofagei, una delle più importanti cause di cattiva deglutizione ( Disfagia), difficoltà al passaggio del cibo lungo l’esofago, dolore durante la deglutizione (Odinofagia), rigurgito di cibo non digerito spesso associato ad alitosi e perdita di peso.
    Non se ne conosce la causa se non in alcuni paesi del Sud America dove è provocato da un’infezione parassitaria e si chiama : Malattia di Chagas.
    Con il progredire della malattia, l’esofago che è un tubo uniforme, si dilata e si allunga in maniera abnorme. (dolico-megaesofago). Vedi foto.
    I Sintomi sono quelli descritti, e la disfagia, cioè la difficoltà di deglutire è spesso chiamata “disfagia paradossa” perché il paziente riesce a deglutire meglio i cibi solidi di quelli liquidi.
    La diagnosi di acalasia si pone sulla base della l’ EsofagoGastroDuodenoscopia (EGDS) , dell' Esofagogramma con pasto Baritato  (mezzo di contrasto) , e di alcuni esami pù complessi come la Impedenziometria o la Manometria esofagea che permette di studiare la motilità dell'esofago,

    TERAPIA:

    La terapia ha lo scopo di ridurre il tono dell’ultimo tratto dell’esofago (LES) per permettere un facile passaggio del cibo nello stomaco.
    Dopo un tentativo di terapia medica e se le condizioni generali lo consentono si può tentare una :

    1) Dilatazione pneumatica con palloncino.

    Attraverso la Endoscopia si posiziona un palloncino gonfiabile nella zona malata dell’esofago e si  "sfianca“ la muscolatura del viscere .
    La procedura è efficace nel 70% dei pazienti ma ha un rischio di circa il 3% di provocare una perforazione dell’esofago.

    2) Iniezione di tossina botulinica.

    La tossina botulinica è utilizzata per molti scopi per la sua capacità di paralizzare le fibre muscolari nel luogo dell’iniezione.
    Pertanto anche nell’Acalasia viene utilizzata per rilasciare le fibre muscolari dell’esofago distale.
    Ha pochissime controindicazioni ma l’effetto perdura fino ad una media di 6 mesi.

    3) Esofagomiotomia.

    La procedura chirurgia viene definita MIOTOMIA SECONDO HELLER e consiste in una delicata e selettiva sezione delle fibre muscolari della parte finale dell’esofago.
    Il successo è immediato e risolve il problema nel 95% dei casi.
    Come conseguenza del rilasciamento si sviluppa un reflusso gastroesofageo.
    Questo è il motivo per cui alla Miotonia, si associa una plastica antireflusso.
    Come per altri interventi ci sono due TECNICHE CHIRURGICHE: una Laparotomica, eseguita routinariamente fino a circa 10 anni fa, ed una Laparoscopica che rappresenta la tecnica da me utilizzata:

    MIOTOMIA LAPAROSCOPICA con PLASTICA ANTIREFLUSSO SECONDO DOR.

    Viene eseguita con miniincisioni di pochi mm nell’addome, si prepara la parte finale dell’esofago e con estrema precisione si sezionano le fibre muscolari che decorrono esternamente al viscere come a ricoprirlo.
    Al termine si prepara un tratto di stomaco che si avvolge a manicotto attorno all’esofago per costruire una nuova valvola che impedisce il reflusso di succo acido tra stomaco ed esofago. Comunque al paziente verrà consigliata una terapia con farmaci che impediscono la produzione di succo acido.
    Per dovere di informazione vorrei aggiungere che esiste una nuova tecnica endoscopica definita P.O.E.M. ( Per Oral Endoscopic Miotomy).
    Durante la Endoscopia, si effettua una miniincisione dell’esofago più in alto della zona da trattare e si crea un tunnel tra la mucosa e la muscolatura dell’esofago fino a raggiungere la zona da trattare dove si incidono le fibre coinvolte.
    La mucosa incisa si sutura con delle clips.
    Esiste anche in questo caso la possibilità di una perforazione esofagea e dobbiamo aspettare i risultati di studi clinici che indichino la superiorità di questa metodica rispetto a quella tradizionale.



ESOFAGO

Carlo Farina - docplanner.it